In (bio) vino veritas

Intervista con Gianmaria Cunial

di Gabriele Di Filippo

Un'azienda biologica 100%. Non solo vigneto e vino, ma anche cereali e frutti antichi...e olio extravergine di Parma

Una vera e propria conversione con tanto di caduta da cavallo. Come accadde a San paolo. Così ho immaginato che fosse il passaggio per un agronomo, che aveva studiato l'uso della chimica in agricoltura ad un modello di coltivazione green.

Il guano è un composto di escrementi di uccelli, noto per la sua alta potenzialità di essere concime organico. I cormorani guanay sono tra i più grandi produttori e le loro feci le più ricche di sostanze azotate in tutto il mondo volatile. Gianmaria Cunial di "Vigna Cunial - Azienda biologica Elena" lo utilizza su un totale di 83ha divisi tra vigneti, alberi di frutti antichi, oliveti e cereali.

Dev'essere stato sconvolgente per il direttore 23enne di un'azienda agricola nel 1983 apprendere che la "chimica" sulla quale aveva basato il suo sapere per un benevolo uso agroalimentare, venisse dichiarata dalla Comunità Europea ad elevata tossicità cronica, sia per l'ambiente che per l'uomo. In quell'anno, quel neo-laureato, già direttore, venne chiamato per svolgere il servizio militare e perse il lavoro. L'anno seguente, terminata la leva, approccia con il mondo della coltivazione biologica, che diventerà aspirazione etica, nonchè colonna portante, di "Vigna Cunial" nata nel 2002. Nel mentre è proprietario di un laboratorio di analisi, che chiuderà nel 2007.

Cunial, trevigiano d'origine, ha selezionato con cura le caratteristiche morfologiche del terreno adatte ad ospitare la coltivazione biologica. La lunga ricerca lo ha portato nel comune di Traversetolo (PR), sulle pendici del Monte Roma, dove la perfetta morfologia geologica si fonde con la coltura rispettosa per l'ambiente attraverso operazioni agronomiche come le rotazioni, e le concimazioni con concimi organici e pratiche di sovescio, per la quale si piantano legumi come il favino, che arato nel terreno stesso è utile all'azotofissazione e ad evitare lo sviluppo di infestanti quando sarà il momento per la coltura principale.

Leggendo la pagina del sito dedicata alla storia di Vigna Cunial, attraverso le parole si riesce a percepire la passione che anima il sogno di Gianmaria.

Quando decide di ritrovare se stesso dopo un'attività che lo logorava dentro, per passare "dall’agricoltura della chimica di sintesi, a quella biologica senza pesticidi e rispettosa dell’ambiente, senza tossicità croniche e inquinamento",che ogni giorno, con grande impegno, gli ha portato sì risultati, ma anche errori e sconfitte; momenti in cui lo sgomento e le lacrime prendevano spesso il sopravvento, come quando una pioggia che durava da più di 40 ore aveva reso la terra una colata di fango che buttava giù boschi interi e solo la vigna restava salda, Gianmaria ripensava alla fatica per aver piantato i 13ha filari. Lui e Ismet, il suo operaio. Dice di non sapere dove ha trovato la forza per andare avanti, ma la forte tensione di questo sogno "ha avuto la meglio sulle mie debolezze umane"- dice parlando di se.

Per la regola del "date a Cesare quel che è di Cesare", quando si intende che se un prodotto è di ottima qualità va riconosciuto, ecco che lo spumante brut di Malvasia: il "Monteroma", dal sentore di fiori bianchi, affiancato da una mela verde persistente e con tracce di camomilla, miele e timo, dal 2014 è nella lista dei cento migliori vini italiani.

O magari perchè no, "Primorosso", un Barbera biologico dal colore rubino intenso, con un retrogusto intenso, di legno e muschio e bosco in genere, o ancora, il "Valtermina", uno Chardonnay dalle caratteristiche olfattive di mela e ananas che si ritrovano anche al gusto insieme alle mandorle e agli anacardi. E il "Riserva"? E' un Syrah rosso vivace che profuma di ribes e mora, alle quali seguono note di cacao e tabacco, magari accompagnato da un piatto di gnocchi al ragù e formaggio di fossa...

 

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