Tutto il mondo è Lambrusco

Quattro città e milioni di litri venduti in tutto il mondo: la popolarità del Lambrusco continua a cresce in maniera impetuosa e si consolida in vetta alle classifiche mondiali dei vini più apprezzati

Una pianta selvaggia, senza nessuno che la governasse. Le prime testimonianze le abbiamo nell’antica Roma. Ma è dalla seconda metà del secolo scorso che la sua popolarità crebbe. Nel 2019 il Lambrusco (prodotto in Emilia Romagna e Lombardia) si è piazza al primo posto con 13.044.121 litri venduti. Numeri pazzeschi anche se rispetto all’annata precedente ha subito un piccolo calo dello 0,6%.

Ma dove nasce il lambrusco? Qual è il suo territorio? La produzione si concentra in tre città dell’Emilia Romagna ovvero Modena, Reggio Emilia e Parma e una della Lombardia, Mantova. Queste quattro città hanno dato vita al Consorzio del Lambrusco.

Alle diverse città corrispondono diverse tipologie di Lambrusco, che riassumeremo brevemente.

Partiamo dalla zona reggiana dove c’è il Salamino, capofila d’altri lambruschi più scuri. Spostandoci verso Modena troveremo prevalentemente Sorbara e Grasparossa. Se poi continuiamo il nostro viaggio verso Parma le tipologie sono più morbide, ma meno frizzanti. Come colorazione invece si avvicinano molto ai lambruschi reggiani. A Mantova troveremo invece un Lambrusco più “importante” e anche svariate tipologie Bio e Bio-dinamiche.

Un vino poliedrico, adatto a tutte le pietanze ed amato in tutto il mondo. Dagli antipasti, ai primi per passare ai secondi fino ai dolci

 Purtroppo però più un prodotto è famoso più rischia di essere imitato in maniera non consona. Soprattutto all’estero e con le dinamiche ormai conosciute dell’Italian sound. Il Consorzio del Lambrusco ha attualmente in corso diversi contenziosi. Due sono le ragioni principali di queste dispute. I cosiddetti “lambruschi esteri” non rispettano la gradazione alcolica corretta del prodotto (caratteristica tra le più importanti) e non vengono sottoposti a controlli seri ed accurati.