Molino Grassi innovazione sul campo

Una storia di quattro generazioni

di Vincenzo Bellino

Molino Grassi nasce all’indomani della Prima Guerra Mondiale, quando l’Italia è ancora un Paese prevalentemente agricolo e la macinazione del grano costituiva un processo imprescindibile per il sostentamento della popolazione. Il giovane Silvio Grassi fa il garzone mugnaio in un molino a pietra di Calestano, ritira il grano dagli agricoltori, lo porta al molino più vicino per essere macinato e poi lo va a ritirare per riconsegnarlo ai proprietari.

Silvio però è un uomo che guarda lontano, d’altronde Molino Grassi si è sempre distinta fin dal principio per la sua spiccata dote innovativa. Nel 1934 prende in affitto un molino a pietra a Valera ma solamente due anni più tardi un incendio lo danneggia. Decide di fare il grande salto, al termine del secondo conflitto mondiale si trasferisce a Fraore e acquista un molino tutto suo, vicino al ponte sul Taro; lo ristruttura, ci porta le macchine acquistate per il molino di Valera e in poco tempo mette in campo il meglio che la tecnologia dell’epoca poteva offrire per la trasformazione del grano tenero destinato alla panificazione.

Negli anni Sessanta la seconda generazione (Walter, Erminio, Gianni) dà il via alla produzione di semola, installando una delle prime linee di trasformazione del grano duro nel Nord Italia, ma sono gli anni Novanta a sancire il salto di qualità definitivo dell’azienda: la famiglia Grassi, infatti, è una delle prime a cogliere l’importanza del biologico, aprendosi a nuovi mercati, collaborando stabilmente con marchi internazionali e aziende leader nel settore dei prodotti baby food.

Ancora oggi, il Molino Grassi è gestito dalla stessa famiglia Grassi: Federica, Massimo e Andrea, che rappresentano la quarta generazione. Come si fa a migliorare, rinnovare e mantenere alto il nome di un’azienda dopo così tanti anni ce lo spiega Andrea Grassi, direttore di produzione della Molino Grassi, intervenuto ai microfoni di madeinparma.com: “Non è facile perché il cambio generazionale è sempre un problema dell’imprenditore. È fondamentale però far capire ai giovani che subentrano l’impegno, l’attaccamento, l’amore per questo mestiere e soprattutto capire le loro esigenze ed abbinarle alle nostre. Io sono cresciuto negli anni ’80, i nostri genitori ci hanno inculcato che il bene primario è l’azienda. Mio padre diceva sempre il guadagno va messo in azienda per il bene nostro e di tutta la comunità”.

Anche questa continuità ha assicurato all’azienda la possibilità di diventare leader nel settore biologico: “Siamo stati i primi a investire nel biologico all’inizio degli anni ’90. È un discorso basato sull’onestà e sulla professionalità: noi abbiamo un controllo maniacale sui prodotti biologici, abbiamo un laboratorio in cui 2-3 persone controllano pesticidi ed eventuali contaminazioni che ci permettono di verificare la serietà dei nostri fornitori”.

Riponendo una costante attenzione alla salvaguardia dell’ambiente: “Naturland, EPD, FSC, Carboon Footprint, Energia Pulita. Negli anni abbiamo avuto una particolare attenzione all’ambiente. Le emissioni in atmosfera rilasciano aria pulita, mentre i filtri trattengono la polvere. Abbiamo un controllo ogni sei mesi di una ditta esterna che verifica se effettivamente è così”.

Rivoluzione Colturale: l’unione fa la forza

Pionieri in tutta Europa e nel mondo sia per l’innovazione metodologica del processo produttivo che per l’attenzione al recupero dei migliori grani antichi della tradizione, negli anni Molino Grassi ha sviluppato col mondo agricolo un approccio di filiera, più collaborativo e meno competitivo: “C’è un grandissimo legame col territorio perché crediamo fortemente nell’agricoltura, con gli agricoltori si crea una sinergia di fiducia, di affidabilità”. Un dialogo che ha permesso di diventare un punto di riferimento nella sperimentazione di nuove varietà e tipologie di prodotto:

– Kronos, progetto nato nel 2001: varietà di grano duro ad alta tenacità, di cui Molino Grassi detiene l’esclusiva per la coltivazione in Italia, proveniente dall’Arizona e considerato uno dei migliori al mondo, un ingrediente oggi indispensabile per tutte le paste “top qualità”.

– Qb, progetto nato nel 2012: una linea biologica che è il risultato di un mix tra grani antichi e moderni pensato sia per l’alta ristorazione, sia per la panificazione casalinga.

– Il Miracolo, nato nel 2014 e appartenente alla linea qb, fa parte di un progetto di recupero dei grani antichi e biodiversi legati al territorio parmense, in collaborazione con l’agricoltore Claudio Grossi.

Molino Grassi nel Mondo

Il 69,27% del fatturato annuale (69 milioni di euro) è rappresentato dal mercato italiano, tuttavia Molino Grassi è riuscita ad attirare l’attenzione anche del commercio internazionale; in particolar modo dei Paesi dell’Unione Europea (Germania, Francia, Danimarca, Olanda, Irlanda, Spagna, Regno Unito e Belgio) e dei Paesi Extra Ue (Stati Uniti, Russia, Canada, Sudafrica, Brasile, Emirati Arabi e Arabia Saudita): “Lavoriamo in tutto il mondo perché il nostro prodotto è riconosciuto a livello internazionale. Qualche settimana fa abbiamo avuto l’onore di ospitare in azienda lo chef n°1 del Brasile, perché abbiamo un buon mercato in Brasile, a Rio de Janeiro e San Paolo. È rimasto molto contento dei nostri prodotti che ha sperimentato insieme al nostro pizzaiolo. L’idea è di esportare la nostra farina in 11-12 pizzerie a Rio de Janeiro”.

Giovani e Futuro

In un mondo sempre più legato al progresso tecnologico, non è semplice avvicinare i giovani all’agricoltura, alla tradizione, alla terra. Bisogna però trovare un modo che possa facilitare la comprensione delle esigenze delle “nuove leve” e trovar un punto di incontro con le generazioni precedenti. In che modo? Impastando S’Impara è una delle soluzioni di Molino Grassi: “È un progetto nato qualche anno fa, si tratta della scuola di panificazione che abbiamo all’interno dell’azienda. Rappresenta un’opportunità per i giovani, per imparare un mestiere come fare il pane, le pizze e dal punto di vista commerciale per far conoscere il nostro prodotto. È un progetto dirottato principalmente sui clienti per far capire come utilizzare, come valorizzare i nostri prodotti, le nostre farine”.

“Un’altra cosa che abbiamo realizzato insieme all’Unione Industriale di Parma, al Cisita e all’Università di Parma è quella di aver creato dei corsi di formazione specializzati nell’arte della molitoria: come funziona un molino, cosa fa, impiantistica, meccanica, elettronica, elettricità, pneumatica, il laboratorio. Un progetto importante che ha riscosso molto successo, fondamentale per la crescita e la formazione dei giovani. Oggi i giovani hanno altre mire, invece bisognerebbe che uscissero dalle scuole già con un’idea improntata al lavoro e gli istituti professionali dovrebbero indirizzarli nelle scelte lavorative”.

 

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