Il castello di Torrechiara

Un nido d'amore che profuma di mistero e passione

by Silvia Calcavecchia

 

 Adagiato su dolci colli impreziositi da vigneti, il castello di Torrechiara è uno dei  meglio conservati dell’Emilia Romagna. Ma forse d’Italia.  Monumento nazionale tutelato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, offre una vista di incredibile suggestione per chi, da Parma, risale l’antica “valle del prosciutto”. Fu eretto nel 1448 su volere di Pier Maria Rossi, gran condottiero militare e intellettuale molto colto,  come tributo  al suo amore per  Bianca Pellegrini: la nobildonna conosciuta alla  corte milanese degli Sforza. 

Entrambi giovani, bellissimi, raffinati ma sposati, si innamorarono perdutamente. Diversamente da qualunque altra tragedia in stile dantesco, il nobile Pier Maria fece fiorire dimore e rocche e se alla moglie lascerà il castello di San Secondo, per Bianca farà , appunto, erigere, oltre al castello di Roccabianca, l’incantevole castello di Torrechiara. Un meraviglioso nido d’amore, dove i due amanti potranno vivere la loro folgorante passione amorosa.

Il castello è una perla  in cui Medioevo e Rinascimento si fondono in un connubio perfetto,  celato tra la possente architettura militare e la ricercatezza delle forme tipiche delle strutture residenziali, che conferiscono al manufatto un aspetto massiccio e, al tempo stesso, aggraziato. Eleganza e ricercatezza delle forme si manifestano nei beccatelli sottili e lunghissimi che ornano le torri angolari, snelle e leggere. Difeso da tre cerchia di mura merlate e circondato da quattro torri angolari, la struttura conserva perfettamente le caratteristiche architettoniche di epoca tardomedievale. L’intero complesso è distribuito su due piani attorno a un prestigioso Cortile d’Onore, dove è collocata la piccola chiesa di San Nicomede, il cui portone è borchiato con i monogrammi dei due amanti.

Oggi il cortile è teatro di importanti spettacoli ed eventi estivi che ripropongono le antiche atmosfere : ecco allora assalti, battaglie, gare di tiro con l’arco che ridanno vita all’intero castello. Le stanze al pian terreno (quelle di Giove, del Pergolato, dei Paesaggi, della Vittoria, degli Angeli, del Velario e degli Stemmi) sono un tripudio di affreschi di natura grottesca realizzati in epoca sforzesca da Cesare Baglione. Al piano superiore, invece, si trovano la Sala dell'Aurora, del Meriggio e  del Vespro: tre ambienti che occupano il lato nord-occidentale  e collegano la torre della Camera d'Oro a quella di San Nicomede. Volo d'uccelli in un cielo cosparso di nubi, un paesaggio tra il reale e il fiabesco nelle lunette laterali e scene mitologiche caratterizzano le tre sale molto simili fra loro anche per dimensione.

Ma è la Camera d'Oro la stanza più suggestiva, considerata una delle più alte espressioni pittoriche del gotico internazionale in Italia. Era la camera da letto di Pier Maria Rossi, il cui nome deriva dalle foglie di oro zecchino che un tempo rivestivano le formelle alle pareti. La stanza conserva ancora oggi un raro ciclo di affreschi, attribuito a Benedetto Bembo, raffiguranti scene di rituali d’amore cavalleresco e la celebrazione del legame tra Bianca e Pier Maria. Ma a imporsi, in un susseguirsi dinamico di scene, è la protagonista che con soave leggiadria avanza tra le balze appenniniche, sotto un sole trapuntato di fiammeggianti raggi dorati e un cielo patinato di cobalto. Ma a rendere il tutto ancor più incantevole è l’ampio loggiato realizzato a fine Quattrocento, su cui la Camera d’Oro si affaccia offrendo una vista che lascia senza fiato. Che investe a 180 gradi il visitatore permettendogli di dominare l’intera vallata in cui scorre il torrente Parma.

Come molti castelli, pure quello di Torrechiara è avvolto da un alone di mistero. Si narra infatti che durante le notti di plenilunio quando la nebbia è fitta, appaia il fantasma di Bianca il cui marito, pazzo di gelosia, la fece murare viva in una stanza del castello. Ma si narra anche che, quando la dama si risveglia in cerca del marito, offra baci appassionati agli uomini che incontra. Insomma:  storia, leggenda e passione avvolgono tra il verde e un infinito cielo il castello di Torrechiara. Offrendo a chi voglia passeggiare tra le sue mura o aggirarsi per l’antico abitato che lo circonda, la sensazione di ritrovare il romanticismo e la passione che ha travolto i due amanti perduti.

* Un'ultima curiosità: nel 1985 il regista  Richard Donner girò nel Cstello di Torrechiara alcune scene del film “Ladyhawke“, una storia di amore e magia ambientata nel Medio Evo con alcune star di  Hollywood quali  Michelle Pfiffer, Rutger Hauer e Matthew Broderick. 

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